Acqua, terra, luce, spazio, energia...
questo e molto di più è Cascina Galizia
Non solo un agriturismo nel Parco del Ticino,
ma una vera e propria esperienza per la mente e per il cuore,
sia per noi che abbiamo fortemente voluto riportare alla vita la meraviglia architettonica di questo luogo sia per tutti i nostri ospiti che hanno il merito di farlo vivere e rivivere ogni giorno.
Cascina Galizia è un’oasi nella natura, dove l’energia della terra e dell’uomo si incontrano
per regalare un’esperienza di soggiorno e di ristorazione unica.
In questa pagina vogliamo raccontarvi e condividere con voi La Storia di queste strutture
che hanno attraversato i secoli; la ricchezza dell’Ambiente circostante, che ha un’anima viva e che ci abbraccia ogni giorno con la ricchezza delle diverse stagioni; e poi l’avventura del Restauro,
che ci ha coinvolto per anni in un percorso spesso ad ostacoli, di cui rifaremmo ogni singolo passo.
LA STORIA
Dal XII secolo avanti Cristo ad oggi
E’ nella cava di sabbia vicina alla cascina Galizia che è stata scoperta una tomba protogolasecchiana databile tra il XII ed il X secolo a.c.; mentre a pochi passi dal caseggiato della Galizia si può calpestare un morbido prato che fu necropoli di epoca imperiale ( I – II secolo d.c.) a testimoniare che questa porzione di terreno, in una zona pianeggiante, fu abitata fin da epoche remote e che ha costituito un luogo di sosta sicuro per i nomadi in transito.
Nella parte più nascosta dell’edificio più antico si trova, sotto il livello del terreno, una singolare stanza a pianta quadrata con un raro soffitto a volta a crociera con archi ribassati e pavimentazione, lastricata con ciottoli di fiume, con al centro una sorta di vasca ottagonale collegata a canaletti laterali che fa ipotizzare un fonte battesimale atto al rito in stile “ambrosiano” per “immersione”.
Questa vicinanza tra i luoghi necropoli-battistero suggerisce una continuità spazio-temporale in cui il culto pagano venne sostituito da quello cristiano. Probabilmente anche la necropoli della Galizia, luogo sacro per i riti pagani durante l’epoca romana, fu trasformato in sito per il culto cristiano.
In più … la presenza di un locale al piano terreno che presenta una parete con immagine sacra e soprattutto l’imponente torre colombaia e la colonna in granito con architrave in legno, non possono che avvalorare l’ipotesi che in epoca medioevale, intorno al XIV secolo, l’insediamento fosse una grangia, cioè un possedimento rurale gestito da un ordine religioso e, nello specifico dei monaci Domenicani che avevano un loro presidio anche a Castelletto di Cuggiono e che, proprio grazie alla costruzione del naviglio Grande, potevano agevolmente trasportare i frutti della terra fino alla darsena antistante il convento di Sant’Eustorgio a Milano, la loro sede.
Nel 1652 Papa Innocenzo X sopprime tutti i conventi poco numerosi e nel 1653 l’insediamento rurale diviene proprietà della famiglia Galizia, da cui prende l’attuale nome, e il cui stemma, ancora ben visibile con la sua forma “francese”, e la meridiana campeggiano sull’edificio contiguo alla torre colombaia.
Alla famiglia Galizia, nel 1715, seguono i Della Croce, i Bossi, il conte Filippo Maria Stampa e, dal 1737, nuovamente, con il ritorno dei Domenicani a Castelletto, il Convento di Sant’Eustorgio di Milano sino a quando le confraternite religiose vengono soppresse dagli Austriaci. I beni della Galizia vengono di nuovo venduti a privati sino ad arrivare alla famiglia Naggi che dal 1935 trasformerà il fondo in una cava di sabbia e ghiaia.
L'AMBIENTE
Un luogo vivo e ideale per rigenerare cuore e mente
Per descrivere la Galizia ci vorrebbero non una, ma cento pagine e tutte sarebbero nuove e diverse.
Quando si arriva alla Galizia da Robecchetto con Induno, dal terrapieno che la sovrasta, lo spettacolo che si apre davanti agli occhi non può che sorprendere per bellezza e inusualità. Dall’alto si gode la vista di un’oasi verde su cui sono appoggiate alcune costruzioni recuperate dall’abbandono.
L’estesa radura è punteggiata da limpide risorgive, fontanili solcati da famigliole di anatre che scivolano silenziose sull’acqua, cinta da una corona boscosa e affacciata ad ovest sul Naviglio Grande.
In un angolo sono allineati i filari di diverse specie di piccoli frutti: mirtilli, ribes, more.. trasformati, nei laboratori accanto, in golose confetture, gelati e succhi di frutta. Una strada segna i confini di tutta la proprietà e percorrerla può rappresentare una visita nella visita, per gli spunti naturalistici e storici che può dare; nel bosco, lungo gli argini delle risorgive, un ampio sentiero, per godere, a piedi, ancora del luogo.
Il Naviglio Grande scorre placido accanto alle strutture della Galizia, e dalla darsena interna alla proprietà, lenti barconi e canoe hanno accesso a questa oasi di pace i cui edifici, caratterizzati da elementi tipologici tipici dell’architettura rurale, religiosa e signorile, si specchiano nell’acqua.
IL RECUPERO
Antichi edifici ritrovano il loro splendore
In tempi recenti abbandonata, l’antica struttura di cascina Galizia è stata riportata a nuova vita dall’impegno e dalla cura, rispettosa della storia, che la famiglia Tarantola ha voluto dedicare al progetto di restauro e riqualificazione del complesso rurale.
Un impegno calligrafico nelle forme, come documenta l’accurato lavoro di restauro dei fregi presenti sulla torre colombaia e sui corpi ad essa limitrofi nonché l’accurato lavoro di ristrutturazione e risanamento conservativo degli edifici storici di maggiore valore simbolico e culturale, riadattati all’ospitalità, secondo criteri architettonici rigorosi dettati dal Parco del Ticino e dalla Soprintendenza, per creare un ambiente che fosse caratterizzato dal massimo comfort e che permettesse di vivere appieno la pace naturale del luogo.
Uno spazio ricreato, anche per la degustazione, gli eventi e le attività ricreativo-didattiche, nello spirito della massima fedeltà all’atmosfera che questo luogo emana, di armonia e di intensa osmosi fra natura e presenza umana.
Infine, per ulteriormente preservare, con le tecnologie del presente, una storia di rispetto e convivenza con la natura si è operata anche la scelta di estendere la “produzione naturale di alimenti” alla produzione “naturale di energia” attraverso l’installazione di un ampio ma discreto impianto fotovoltaico che dota la cascina di totale autonomia nell’approvvigionamento di energia elettrica.
Riserviamo visite guidate presso tutte le strutture del nostro agriturismo!
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